mercoledì 5 aprile 2017

settore giovanile e dintorni

Buongiorno a tutte/i, chi mi conosce sa come la penso su questo argomento a me tanto caro; quello che desidero mettere in evidenza con questo post è l'assoluta mancanza di volontà delle Società di investire in un modo efficiente ed efficace un settore giovanile.
Qualsiasi Società (oso dire il 99%) presente sul territorio è pronta a mettere in evidenza l'insegnamento delle regole educative, dell'insegnare a giocare a calcio, del grado di preparazione di Istruttori ed Allenatori...in pochi riescono a mantenere ciò che promettono ed in moltissimi non riescono a mantenere le promesse fatte prima ai genitori (coloro che pagano la quota di iscrizione) ed in secondo luogo ai giovani calciatori,
Da cosa deriva questo comportamento? Quali le soluzioni?
Difficile dare una risposta univoca e quindi provo a darmi una risposta che possa valere in generale:
una delle principali difficoltà risiede nella mancanza di competenze di coloro i quali hanno la responsabilità di gestire, insegnare ed educare..oggi ci sono corsi di aggiornamento aperti a tutti e devo dire che la partecipazione è sempre entusiasmante se si guarda il numero di partecipanti.
Però un conto è partecipare ed un conto è partecipare con il fine ultimo di apprendere tecniche e metodologie NUOVE e magari anche complicate da apprendere.
Questo è un problema che riguarda Istruttori ed Allenatori che spesso provengono da piccole realtà di provincia dove il "diktat" della Società è vincere 2 partite all'anno, il derby contro la squadra del paese confinante..sto estremizzando ma nemmeno poi tanto esageratamente.
Un altro problema lo si riscontra quando si parla con colleghi che, di fronte a nuove metodologie, storcono il naso davanti alla novità adducendo che "i loro giocatori non riusciranno mai ad apprendere tali tecniche"..incredibile!!! per ovviare alla propria mancanza di apertura mentale sono prontissimi ad addossare i propri insuccessi ai ragazzi!!!!!!!!!!!!!!
Altre difficoltà che ho riscontrato e che riscontro tutt'oggi è la mancanza di volontà della Società di adottare uno stile unico nella gestione dei costi da dedicare al settore giovanile: i genitori pagano una quota annua per anni e anni..ma questi soldi nella maggior parte dei casi servono per mantenere in vita la "prima squadra"..ohhhhh, questa benedetta prima squadra che sembra essere l'obiettivo finale di un giovane calciatore!!
Personalmente, mi piace allenare con l'obiettivo di portare i ragazzi ad un livello che superi le loro aspettative e dei loro genitori..vorrei che un ragazzo potesse essere in grado di puntare ad un obiettivo più grande della Società in cui gioca..in parole povere, se studio con l'obiettivo di prendere 8 in una verifica di matematica come minimo porterò a casa un 6 ma se studio per prendere la sufficienza ci saranno elevatissime probabilità di tornare a casa con un'insufficienza.
Una prima squadra ha costi di gestione fuori dal comune..ma d'altronde questo è il sistema e non sono certo io in grado di ribaltare il problema e, sopratutto, sto facendo un discorso su come dovrebbe funzionare un settore giovanile e non su come dovrebbe funzionare la gestione economica di una Società.
Passiamo alla soluzione:
a me piace una soluzione in particolare che è il modello societario dell'Accademia Calcio Como (ACC)..non sto sponsorizzando nessuno sia chiaro ma è un modello che prendo sempre come riferimento su questo argomento.
L'ACC non è la scuola calcio del Como Calcio ma è il Centro di Formazione di FC Internazionale nella provincia.
Questa Società ogni anno compete ai massimi livelli nelle categorie a cui partecipa.
Questione di fortuna? Direi di no perchè la fortuna ti può accompagnare per 2/3 anni poi la ruota gira
Questione del nome che porta? Può essere perchè un bambino tifoso dell'Inter potrebbe esserne attirato.
Questione di strutture all'avanguardia? Direi di no, fino all'anno scorso i ragazzi si allenavano su 1 campo sintetico preso in affitto da una Società comasca..da quest'anno i ragazzi si allenano in un nuovo centro sportivo ma sempre con 1 solo campo a disposizione.
Questione di investimenti economici importanti? Non lo so e nemmeno mi interessa più di tanto in questa risposta.
Mancano ancora 2 domande fondamentali secondo me....
1) Questione di Istruttori ed Allenatori competenti? SI SI SI ..in assoluto dico di SI. Chi insegna calcio all'ACC non è un fenomeno ma solo un gruppo di persone con ampia apertura mentale,  persone capaci di insegnare a giocare a calcio fin dalla tenera età, non sono persone che insegnano a giocare a pallone! Sottile differenza per distinguere 2 modi di giocare: il primo in maniera professionale e il secondo in maniera "tira da metà campo così vinciamo perchè il loro portiere è basso".
2) Questione di come viene gestita la Società? Qui la mia risposta potrebbe avere delle falle ma la sento mia in tutti i modi e mi sembra la più vicina alla realtà.
L'ACC gestisce le proprie squadre fino alla categoria Giovanissimi e non si preoccupa di avere squadre di categoria superiore perchè, probabilmente, hanno capito che una Società deve
 essere focalizzata su un solo obiettivo di QUALITA'.
Niente prima squadra, niente soldi dati in beneficenza ad un giocatore di I categoria o Promozione. Ogni risorsa economica è dedicata ai ragazzi ed agli Istruttori..questo secondo me dovrebbe essere una delle soluzioni praticabili da chi vuole davvero bene ai giovani calciatori.
Nessuno fa beneficenza, non raccontiamoci balle..ogni Presidente ha un proprio ritorno economico oltre che di immagine e nel caso dell'ACC economia ed immagine viaggiano sulla medesima lunghezza d'onda..alcuni anni al top ed altri anni appena sotto il top.
I ragazzi che escono dall'ACC sono pronti per squadre Pro..l'obiettivo di puntare in alto insegnando con qualità paga sempre!
Spesso, però, io vedo solo ritorni economici e poco di immagine.
La FIGC cosa fa in tutto questo? Sinceramente non ho ancora capito cosa sia cambiato negli ultimi anni che avrebbero dovuto cambiare il corso della storia!!
Forse una cosa buona è riuscita a creare e cioè i Centri Federali giovanili decentrati da Coverciano..però vedo ancora persone che urlano in panchina e parlano di tecnica per imitare il tikitaka del Barcellona.
Forse sto bestemmiando ma il tikitaka dal mio punto di vista è storia, è il passato..nel senso che non si imita un genere solo perchè porta a risultati concreti, perchè nel momento che inizi ad imitare sei già in ritardo di 10 anni.
Allora preoccupiamoci di insegnare la tecnica fino alla nausea condita da un pò di tattica; cosa quest'ultima nemmeno così fondamentale come si vuol far credere.
Che i giovani calciatori entrino in campo per "vincere sorridendo" e non "sorridendo per vincere"..nessuno pratica uno sport per perdere! Nemmeno il Barone De Coubertin che, da quello che mi risulta, non ha mai praticato uno sport ad alti livelli.
E guarda caso il compito di insegnare a vincere spetta ancora a Società ed addetti ai lavori e senza falsi pudori..promettere ai genitori che l'ambiente è sano e si insegna il divertimento è una bella cosa ma bisogna poi essere coerenti anche nell'insegnare come ci si comporta in caso di sconfitta.



giovedì 22 settembre 2011

Trovo spunto da una ricerca che ho effettuato per curiosità personale e che è iniziata con lo scopo di cercare di capire in che modo mettere a frutto le conoscenze personali al fine di migliorare la cultura sportiva in Italia.
Premetto che mi occupo di calcio (alleno) solo ed esclusivamente a livello giovanile senza nessun tipo di obiettivo finale per arrivare in squadre di livello superiore.
Da una ricerca UEFA del 2008 ho rilevato un'interessante serie di numeri che evidenziano la quantità di allenatori di vario livello nelle 5 nazioni europee dove il calcio si può ritenere lo sport più praticato:

LIVELLO UEFA PRO
                                       -Inghilterra= 115 allenatori
                                       -Francia= 188 allenatori
                                       -Germania= 1070 allenatori
                                       -Italia= 512 allenatori
                                       -Spagna= 2140 allenatori
Fino a questo punto il dato rilevante è che la Spagna è la nazione con il maggior numero di allenatori qualificati per allenare squadre professionistiche.

Ma andiamo oltre e scendiamo di livello di qualifica:

LIVELLO UEFA A
                                       - Inghilterra= 895 allenatori
                                       -Francia= 2400 allenatori
                                       -Germania= 5500 allenatori
                                       -Italia= 1298 allenatori
                                       -Spagna= 12720 allenatori
E' sempre la Spagna la nazione con il maggior numero di allenatori qualificati con un brevetto UEFA A ma ancora questo dato dice "poco".

Arrivo al dato, secondo me, più interessante in assoluto e che riguarda il numero di persone in possesso del requisito di Allenatore di base UEFA B:

LIVELLO UEFA B
                                       - Inghilterra= 1759 allenatori
                                       -Francia= 15.000 allenatori
                                       -Germania= 28.400 allenatori
                                       -Italia= 27.430 allenatori
                                       -Spagna= 9135 allenatori

Ognuno è libero di trarre una propria conclusione basata solo su questi numeri; personalmente vedo la Spagna come la nazione dove le persone che intraprendono l'attività tendono a continuare nel tempo per migliorare il proprio know how: la base è composta da 9135 allenatori che proseguono nella fase didattica e prendono un brevetto di livello superiore fino ad arrivare a 12.720 allenatori uefa A. In ultima analisi la Spagna è anche la nazione con il maggior numero di persdone qualificate per allenare squadre PRO, 2140 allenatori.
Nello specifico l'Italia, come la Germania, ha un numero esagerato di allenatori di base che sembrano non voler proseguire nello sviluppo delle proprie conoscenze. Le cause non sono però riconducibili nè alla difficoltà tecnica a proseguire e nemmeno alla durata di tali corsi e ancor meno al costo per partecipare a questi corsi.
Visitando i veri siti delle Federazioni calcio ho notato come all'estero le durate dei corsi di allenatore base siano di gran lunga superiori (15 giorni continuativi, 8 ore al giorno per il Level 1 in Inghilterra) a quelli della FIGC (1 mese di corso con frequenza settimanale per avere un patentino UEFA B). Si badi bene che per prendere il patentino UEFA B in Inghilterra si deve essere in possesso del Level 1 e del Level 2 e questo è solo l'esempio inglese. In Spagna i costi sono elevatissimi per il Livello 1 e assolutamente non paragonabili ai costi italiani. Nonostante tutto sia in Spagna che in Inghilterra le persone spendono tempo e danaro per dedicarsi al miglioramento.
Mi pare di poter concludere che in Italia siamo ancora alle prime fasi dello sviluppo per un progetto più professionale dell'attività, sembra che sia importante avere SOLO questo benedetto patentino UEFA B.
Forse non è un caso che in Europa la Spagna sia la nazione con la miglior qualità espressa sui campi di gioco e questo risultato mi spinge a pensare che lo studio delle metodologie, della pratica non si fermi alla base della carriera di un allenatore ma sia il frutto della continua voglia di migliorarsi.
Migliorare la qualità degli addetti ai lavori migliora la qualità non solo dei giovani ma anche di chi sta intorno a loro e mi riferisco a parenti, dirigenti, organi di stampa etc etc.
La mia opinione tende sicuramente a generalizzare e spero non me ne vogliano gli addetti ai lavori che possono sentirsi chiamati in causa per un qualsiasi loro motivo personale.